Il filo conduttore delle mie poesie è un quotidiano vissuto nel tentativo di modificare un DNA che non mi rappresenta. Un DNA scomodo, pesante, faticoso, impegnativo. Un continuo sforzo mentale e fisico per essere altro, uno scollamento tra mente e corpo a momenti insopportabile. Un incessante desiderio di essere amata sopra ogni cosa, di essere accudita, viziata, coccolata e di pretenderlo in modo diretto, senza mezzi termini o scorciatoie.