In questa autobiografia nostalgica e scanzonata, Amaele Serino intreccia racconti di vita - ascoltati, inventati, desiderati, vissuti, creati e mischiati tra loro - che attingono tutti da un'unica scena: la strada. Affascinante, misteriosa, animata dalle voci e dagli schiamazzi di chi la vive. I protagonisti - gli amici, la crew - la percorrono in lungo e in largo, la calpestano senza offenderla, la consumano senza sosta attraverso un contatto diverso, quasi cultuale. La creatività alterata libera il gruppo dalle insicurezze ataviche, e più ci si allontana dalla strada, più si perde il contatto con la realtà stessa delle cose. Ecco quindi che il garage, il centro sociale, la sala giochi o la scalinata non sono altro che gli altari sacrificali di una nuova religione che convoglia le energie negative trasformandole in positive e creative, come solo la cultura hip hop sa fare.