La società contemporanea è divisa in due gruppi agguerriti: da una parte quelli che difendono il progresso, elencando tutte le grandiose conquiste a cui ci ha portati (i modernisti); dall'altra coloro che registrano il degrado della condizione umana attuale, le crescenti povertà, il nichilismo (antimodernisti) e imputano al turbocapitalismo tutti i disastri della società. Questo scontro, oltre che culturale, è soprattutto politico. Che strada percorrere per difenderci dalla solitudine delle nostre grandi città, dai mutamenti climatici, dal rischio di un disastro ecologico? Quale futuro per la filosofia? Può ancora avere senso pensare? E come? L'autore, dopo aver analizzato i punti di forza di chi sostiene la modernità e di chi preferirebbe tornare a scelte antimoderne, prova a proporre una via alternativa che non esclude le precedenti, ma le trasforma attraversandole. Solo una visione poetica del reale, soltanto attraverso una nuova azione ermeneutica sarà possibile guardare al futuro con rinnovata speranza. Attraverso le analisi di grandi autori (Novalis, Nietzsche, Heidegger e studiosi più recenti quali Monti, Fini, Colorni, De Benoist, ecc.) il saggio vuole ridisegnare una storia alternativa dell'azione politica. La salvezza dell'umanità non passa infatti attraverso formule trite e ritrite, ma reclama una nuova trasfigurazione del reale.