In un intreccio di riferimenti camp e pop e di omaggi al teatro napoletano d'inizio secolo, Pulcinella e Felice Sciosciammocca entrano in scena accanto alla protagonista Caterina Morlicchio, alter ego partenopeo della romanzesca Catherine Sloper, per dare vita a un gioco teatrale che oscilla tra la parodia e la celebrazione. Pubblicato oggi per la prima volta, questo testo non è solo una geniale farsa di due autori, ma è una vivace e irrispettosa riflessione sulla cultura italiana degli anni Settanta e Ottanta del Novecento. Nei rocamboleschi espedienti scenografici e nell'enorme quantità di citazioni che ne costituiscono la struttura si possono rintracciare le orme di un serrato dialogo tra innovazione e tradizione, tra l'immane peso della storia teatrale napoletana e i nuovi mezzi di intrattenimento come la televisione. Uno spettacolo in cui si tratta di eredità: l'eredità di Caterina Morlicchio, su cui Felice vorrebbe mettere le mani, l'eredità del teatro del Novecento e per noi l'eredità di Annibale Ruccello.