Nell'anonima Vita di Esopo il noto favolista è un picaro ante litteram: schiavo frigio, muto e deforme, Esopo diventa, grazie al dono del logos, un saggio consigliere ascoltato in tutto il Mediterraneo orientale. La parola (sotto forma di favola, racconto o enigma) diviene lo strumento privilegiato con cui questo "eroe culturale" fa sfoggio della sua astuzia e sapienza, anticipando non di rado, nelle sue peripezie, i lazzi e la logica disarmante del Lazarillo de Tormes e del popolare Bertoldo di Giulio Cesare Croce.