Umberto Carbone è un commissario fuori dalle righe, anticonformista nella professione ma tradizionalista e sentimentale nella vita. Innamorato di Antonella, sua moglie, e di Firenze, la sua città . Svolge le proprie indagini il più possibile lontano dalle stanze del commissariato, evitando di interrogare gli indiziati ma preferendo colloquiare con loro, magari nel bel mezzo di una festa mondana o in un negozio alla moda di Firenze o in giro per l'Europa. Senza cercare prove, ma scavando nella fragilità e nelle abitudini dei personaggi alla ricerca dei loro punti deboli, pazientemente, senza fretta, come un pescatore in attesa che il pesce abbocchi. È affiancato nelle indagini da sua moglie, anche lei poliziotto, e dall'inseparabile amico-collega Paolo Berti che lo aiutano a prendere la vita con la necessaria ironia. Anche se viene dipinto un quadro vergognosamente falso del modo di lavorare dei poliziotti si sa: nei gialli e nelle favole tutto è permesso.