"Si tratta di una cinquantina di componimenti in versi di varia natura e misura, dagli endecasillabi ai settenari, ai quinari che la dicono lunga sulla frequentazione dei classici di Antonio Gagliardo, fino a versi più moderni di due o una sola parola, sicuramente un linguaggio poetico più vicino a noi. Il rapporto con la Fedelissima è sicuramente interessante. È un rapporto d'amore che ha come sottofondo il viaggio e il nostos, il ritorno. Il viaggio è metafora della vita, soprattutto della peregrinazione all'interno di noi stessi, del viaggio che non ha mai fine." (Dalla prefazione di Luciana Gravina)