Che cosa hanno a che fare Aristotele e il mondo del management? Che cosa ha ancora da dire, al manager contemporaneo, un filosofo di più di 2000 anni fa? In realtà, anche rispetto al management (in cui si è chiamati a mettere in gioco alte capacità intellettuali, soprattutto di tipo organizzativo-gestionale), è straordinariamente urgente tornare a leggere le pagine del filosofo greco che non solo ha parlato per primo di "economia" e di "crematistica" (ovvero dell'"arte di far soldi"), ma che ha agganciato la dimensione etica e quella economica, insegnando anche che uno dei requisiti fondamentali per essere un bravo manager è quello di saper prendere le decisioni giuste, fondendo ogni volta ragione e passione, sguardo lucido e previsione del rischio, capacità strategica e visione d'insieme. Aristotele insegna che, come un bravo coach, il manager è colui che sa, contemporaneamente, essere leader, ovvero sa porsi con coraggio, fiducia e phronesis (saggezza) alla guida della sua squadra, ma sa anche prendersi cura di ogni singolo componente del proprio team per farlo "risuonare al meglio", con l'autorevolezza e il piglio di un direttore d'orchestra.