Il racconto "L'alfiere nero" di Arrigo Boito è considerato tra le migliori opere di genere fantastico dell'Ottocento italiano. Una macabra e delittuosa partita a scacchi è il campo di battaglia dell'eterna lotta tra il Bene e il Male. Le due polarità sono incarnate da due uomini: un nero, l'Oncle Tom, con gli scacchi neri, e un bianco, l'americano Giorgio Anderssen, con gli scacchi bianchi. La sfida tra due anime contrapposte, tra l'irrazionale e il razionale, è accesa dal sottinteso ottocentesco disprezzo razziale. Il lettore è avvinto da inconsce paure che attanagliano ancora la contemporaneità.