"Le pagine di questo libro sono una triplice confessione: di sentimenti personali; di un'identificazione culturale e di una concezione professionale. Nell'insieme sono, senza volerlo essere, quasi un autoritratto. È straordinaria la freschezza di questo magistrato di vecchia data, capace di riflettere criticamente sui caratteri che mutano e trasformano la sua professione: un esempio che dovrebbe essere seguito anche dai più giovani magistrati." (dall'introduzione di Gustavo Zagrebelsky)