"Baudelaire è il primo dei moderni e l'ultimo degli antichi" scrive Attilio Bertolucci nella Prefazione, in cui rievoca il suo incontro con "I fiori del male": un incontro che egli considera una iniziazione alla poesia tout court. Questa edizione, con testo a fronte, si basa sulla traduzione di Cosimo Ortesta, poeta a sua volta. Il saggio introduttivo è opera di Francesco Orlando; chiudono il volume una bibliografia ragionata, a cura di Simone Casini, e l'indice alfabetico dei titoli e dei capoversi. Il volume riunisce il testo della seconda edizione delle "Fleurs du mal" (1861), le poesie aggiunte all'edizione postuma (1868) e la raccolta, anch'essa postuma, "Les épaves".