Descrizione
Nei decenni successivi alla Liberazione, diversi protagonisti della Resistenza medicinese hanno raccontato le proprie esperienze per mantenere vivo il ricordo di quegli anni cruciali. Alcuni di loro non si sono limitati a trasmettere le proprie memorie, ma si sono anche impegnati a sistematizzare il patrimonio dei racconti raccolti, proponendo ricostruzioni storiche contraddistinte dalla volontà di diffondere le conoscenze tra le nuove generazioni, ma anche da un forte (e comprensibile) coinvolgimento personale. La prima generazione dei discendenti ha raccolto il testimone, realizzando a propria volta opere preziose per chi oggi prova a proseguire quel cammino. Su queste basi si fonda il lavoro che abbiamo svolto per arrivare alla stesura del libro che tenete tra le mani. Siamo partiti da tutto ciò che era stato scritto e raccontato sulla Resistenza e sulla Seconda guerra mondiale a Medicina. Abbiamo attinto anche a un notevole corpus di interviste, testimonianze scritte, stampa clandestina e documentazione prodotta da vari soggetti attivi nella lotta di liberazione: questi materiali, raccolti tra il dopoguerra e l'inizio degli anni Ottanta, costituiscono una base di partenza imprescindibile per ricostruire e raccontare le vicende della pianura bolognese in un passaggio decisivo del Novecento. Abbiamo inoltre potuto consultare il fondo archivistico «Notiziari della Guardia Nazionale Repubblicana», che ci ha permesso di cercare nel campo avverso un riscontro dei fatti riportati dai testimoni. A ottant'anni dalla Liberazione, ci siamo proposti di raccontare le vicende medicinesi inserendole nel contesto della Resistenza emiliano-romagnola e della Seconda guerra mondiale in Italia, mettendo in evidenza i legami tra ciò che accadde nella dimensione locale e le dinamiche della "grande storia". Ci siamo avvalsi delle consapevolezze maturate dalla storiografia italiana e internazionale negli ultimi cinquant'anni, assai fecondi per lo sviluppo di nuovi campi d'indagine e per la moltiplicazione dei punti di vista: non ci siamo concentrati esclusivamente sull'organizzazione militare e sugli aspetti politici della lotta di liberazione, ma anche sull'ambito economico-sociale, sull'impegno dei civili, sul ruolo delle donne e sui vari modi in cui le persone hanno prima vissuto e poi ricordato il tempo di guerra. Ci siamo posti l'obiettivo di costruire una narrazione accessibile a tutte e a tutti, non solo per far conoscere gli eventi, ma anche (e soprattutto) per favorire la comprensione del loro significato e promuovere riflessioni sulle scelte delle persone, sia nella dimensione pubblica, sia nella sfera privata. Siamo convinti che, entrando nel secondo quarto del XXI secolo, fare tutto questo sia imprescindibile per costruire e consolidare una cultura di pace.