Che coso accade quando due scrittori, provenienti do storie e immaginari diversi, vengono messi uno di fronte all'altro e invitati o interrogare il proprio rapporto con lo parola, il potere, l'insensatezza del reale e lo fragilità del presente? In questo dialogo incrociato, Motei Visniec e Dorio Voltolini (con Salvatore Toscano a stimolarli con domande che scavano più che chiedere) si confrontano sullo sostanza stesso dell'essere umano: la lingua che si fa rifugio o resistenza, il teatro e il romanzo come dispositivi per decifrare l'assurdo, la memoria col suo archivio instabile, lo solitudine, lo violenza, lo speranza, il fragile confine tra autobiografia e invenzione. Un percorso che attraversa le derive del Novecento, le mutazioni dell'immaginario contemporaneo, il ruolo dell'arte nel raccontare il non dicibile e nel custodire ciò che sfugge. Un dialogo e un invito o fermarsi, o guardare ciò che spesso ignoriamo e o osservare come le storie - piccole o immense - ci sopravvivono sempre.