Nata maschio, come Mattia, in una famiglia borghese, ed educata in un severo collegio cattolico, Maria comprende presto che la propria interiorità non ha un unico volto né una sola direzione. Il riconoscimento di sé e il percorso di transizione - insieme doloroso e luminoso - la conducono a una verità inattesa: non basta cambiare corpo per sentirsi completi. Caparbia, Maria tenta di plasmare la propria esistenza levigando la materia viva della vita, una sostanza indocile persino per una dea. Resiste, si frantuma, scivola tra le dita per ricomporsi in forme inattese. Ti sfida, ti costringe a specchiarti anche quando vorresti distogliere lo sguardo. Crudele e meravigliosa, spietata e immensa, ti spoglia di ogni illusione finché non ti riconosci davvero. Ci si può trasformare in tutto ciò che si desidera, perfino nell'idea che si ha di sé stessi, perfino in Maria, splendida come una dea. Ma la verità, nuda e disarmata, si rivela solo quando si impara ad amarsi non più inseguendo il riflesso negli occhi altrui, bensì ritrovandolo nel proprio. Dea è un romanzo sul coraggio di riconoscersi e di affermare il proprio posto nel mondo, senza più chiedere il permesso di esistere.