In questi inediti, Emanuela Vezzoli intreccia tensione spirituale e corpo del linguaggio, antichi alfabeti e frammenti di vita urbana, misticismo e desiderio. I versi abitano un territorio sacro e sensuale insieme, dove la parola diventa invocazione, anatomia e gesto. Attraverso una lingua densa e luminosa, la poesia si fa danza e preghiera, incarnazione di un tempo interiore che si muove tra l'origine e il ritorno, la sacralità del nome e il dolore dell'amore. Una voce consapevole, colta, che sa unirsi al respiro della grande lirica senza smarrire la propria singolarità emotiva.