Il succedersi delle generazioni dei signori Bonanno scandisce la trasformazione di Canicattì da semplice casale in territorio di Naro a vera e propria città egemone su un vasto territorio, che è molto più ampio dei confini amministrativi. La crescita economica e demografica del centro coincide con l'ascesa dei Bonanno nei ranghi dell'aristocrazia siciliana. Trasferitisi da Caltagirone a Siracusa quasi in coincidenza con l'acquisizione per via di matrimonio del feudo di Canicattì, i Bonanno si imparenteranno con alcune della maggiori casate della città aretusea, poi il baricentro delle loro alleanze familiari si sposterà su Messina per poi nella seconda metà del Seicento spostarsi definitivamente a Palermo. Insieme all'insediamento di alcuni ordini religiosi, alla costruzione di una nuova Chiesa Madre, alla fondazione di un monastero benedettino femminile e alla trasformazione del castello feudale in palazzo, che sono interventi usuali in ogni centro feudale, la presenza di alcune opere scultoree, resti di una fontana monumentale, appare invece straordinaria.