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Gustare il destino nel cristianesimo

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Descrizione

Ha senso chiedersi oggi se c'è una via per salvare il cristianesimo nei suoi dogmi fondamentali (la resurrezione della carne in primis) dal precipitare fatalmente, per intrinseca coerenza, nell'ontologia disperata di Leopardi? Se non in forma diretta - visto che in base al modo greco di intendere il divenire appunto a quel collasso è destinato -, in forma indiretta: come massimo presagio e adombramento del destino nella notte dell'estrema follia. La figura senza pari di Cristo, la prodigiosa immagine di Maria - in entrambi il tempo è sorprendentemente amico dell'eterno, il finito dell'infinito -, l'abisso dell'Epistolario paolino e anzi dell'intera Scrittura, a ben vedere, ancorché in forma inarrestabilmente lacerata ed errante, proprio questo indicano: la vocazione all'eternità da parte di ogni cosa. Anche dolore e morte sono voluti da Dio e non hanno perciò potere autonomo alcuno. In tale grido strozzato va in ultimo individuata per noi la rovinosa grandezza del cristianesimo.
Gustare il destino nel cristianesimo
22,00

 
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