"Fra le cose che non cambiavano mai, inesorabile come l'alba e il tramonto, come i sassi che smussavano l'aratro e la siccità, c'era anche lui: Vincenzo, detto Cencio per via dell'acquavite artigianale di cui era produttore, dispensatore e consumatore in par misura generoso e che, a dirla tutta, assomigliava più a una pozione dagli effetti micidiali che a una bevanda da cristiani. A quell'ora del giorno potevi trovarlo lì senza tema d'errore, con le scarpe grosse già inzaccherate, a godersi il suo sigaro seduto su una sedia impagliata, ombra fra le ombre contro il muro della stalla. D'estate come d'inverno, ogni mattina che il Padreterno metteva in terra perché le bestie, si sa, non conoscono domeniche né feste comandate." (da La leggenda di Poggio Pelliccia)