«Quod possit ire ad viagium Tane» era una richiesta che spesso i mercanti veneziani rivolgevano alle autorità lagunari nel Trecento. Tana (oggi Azov), città tatara dell'Orda d'Oro, all'epoca estremo avamposto dei Latini a Oriente, rappresentava un luogo remoto dove cercare fortuna. Diverse testimonianze riportano dati sulla rete di scambi e sull'impegno politico profuso dalla Serenissima per controllare quell'area. Dall'esame di un ricco corpus di fonti documentarie in parte inedite emergono vicende, nomi e percorsi che arricchiscono un periodo significativo della storia dell'insediamento veneziano a Tana e forniscono ulteriori elementi di analisi sull'espansione capitalistica nel Medioevo.