Il libro ricostruisce la storia del rapporto tra uomo e tempo di lavoro, dal Paleolitico al capitalismo digitale, mostrando come il tempo, e la sua organizzazione, siano divenuti strumenti di potere, disciplina e disuguaglianza. Dal lavoro regolato dal completamento dei compiti alla standardizzazione della produzione industriale e al controllo algoritmico, l'autore analizza continuità, rotture e divergenze nelle forme di organizzazione temporale del lavoro. Integrando storia economica, sociologia e studi di genere, il volume mostra che il controllo del tempo di lavoro, e la possibilità di sottrarsene, costituiscono una misura storica della libertà individuale e sociale.