La "grande narrazione" su Leopardi ha stancato, ha scocciato, la lasciamo volentieri agli interpreti très à la page del garbato cicaleccio della chiacchiera globale con tanto di applaudente corteggio di followers. Da un modesto insegnante di liceo il racconto - qualche appunto, in realtà - di una battaglia silenziosa, quotidiana contro l'orrore della banalità e del garbo con cui si è reso - e si rende - strumento magico, elegante di vincente accettabilità dell'inaccettabile quello che invece è il più iconoclasta pensiero della nostra cultura.