Nel 1616, nel baliaggio di Mendrisio e in piena caccia alle streghe nella Svizzera italiana, Barbara Fontana fu accusata di aver causato il malessere di un bue e altri eventi inspiegabili. Arrestata e sottoposta a un processo ingiusto, affrontò interrogatori e torture con grande dignità, che miravano a strapparle una confessione già decisa in partenza. Ma Barbara non cedette: pur tormentata, negò sempre di aver commesso malefici, rivelando una straordinaria resistenza contro un potere che la voleva colpevole a ogni costo. La sua storia è simbolo di coraggio contro l'oppressione, un esempio di lotta contro la violenza della superstizione e della giustizia sommaria. Ricordare Barbara significa dare voce a tutte le vittime innocenti, riabilitandone l'immagine, perché il passato ci insegni a riconoscere l'ingiustizia e a non restare in silenzio di fronte alle persecuzioni.