Una narrazione a metà tra memoir e romanzo, una lettera d'amore struggente al cinema - e a Charlie Chaplin in particolare - che diventa un percorso esistenziale e affettivo. Il protagonista, alter ego dell'autore, ripercorre le tappe di un'ossessione infantile e adolescenziale per il cinema, iniziata con un videoregistratore e maturata nel culto di Chaplin, figura totemica e paterna, riferimento estetico e morale. Alternando passato e presente, sogno e memoria, realtà e immaginazione, l'autore ci accompagna in un viaggio intimo, tra dialoghi immaginari con lo stesso Chaplin e momenti autobiografici che spaziano dall'infanzia nerd fino alla fine di una relazione importante. La visita alla tomba di Chaplin, nella Svizzera che sembra metafisica, diventa rito, pellegrinaggio, redenzione. Il cinema è l'ordine in un mondo caotico, e ridere è un atto di resistenza.