Descrizione
Renata raccontava di quella volta che, appena ventenne, i Tedeschi l'avevano messa con le spalle al muro e la volevano fucilare, ma si era salvata e, siccome non credeva ai miracoli, pensava che forse era stato il destino a volerlo. Era scritto che lei dovesse vivere cent'anni, commentava sempre con un pizzico d'ironia nella voce attentamente modulata. Staffetta dei partigiani, aveva compiuto azioni pericolose, ma non erano mai riusciti a catturarla. Quel giorno stava scappando dalle colline del Chianti dove i Tedeschi si apprestavano a spostare la linea del fronte. Il giovane soldato, con lo sguardo perso da recluta, era sul punto di premere il grilletto e sparare, ma non ebbe tempo. Renata faceva una pausa, poi riprendeva a narrare: il "fato"! A forza di ripeterlo, si era convinta che forse era vero che esistesse, come le avevano insegnato al Liceo, una potente e oscura divinità chiamata "fato", che a lei aveva assegnato la missione di realizzare un mondo migliore, un mondo nel quale non ci sarebbe più stata l'umiliazione, la povertà, la disuguaglianza sociale.