Questo lavoro si interroga sulla genesi dell'organo Consiglio dei ministri (col suo presidente) nell'ordinamento subalpino - e, quindi, italiano - andando al di là di schemi e cesure preconfezionati (ad es., ridiscutendo la centralità della "Carta" costituzionale e rimettendo al centro la "Costituzione completa"). Si tratta di un esame del problema libero da condizionamenti positivistici e ideologici, e basato sui fatti, che vuol dare un contributo nel disvelare traiettorie storiche fondamentali, utili per contestualizzare fenomeni che giungono (e non si arrestano) alle soglie del contemporaneo: riconoscendo, in chiave realista, l'inerente tensione fra diritto e potere, si conferma, oltre la mitologia della norma scritta, l'ineliminabile dimensione fattuale e spontanea del fenomeno giuridico.