L'autore analizza i profili etici, sociali e giuridici della maternità surrogata. Contesta l'idea che sia una pratica antica, smonta la tesi che la surrogazione derivi dal diritto di procreare e sottolinea come questo diritto debba essere bilanciato con quello del nascituro. Denuncia i rischi di abbandono dei bambini e di manipolazioni eugenetiche, dovuti alla scelta dei donatori in base a caratteristiche fisiche o sociali. L'autore mette poi in guardia dal rischio di una mercificazione della maternità, insita nella attitudine del mercato a snaturare beni fondamentali, e a sfruttare economicamente le gestanti, spesso povere, obbligandole a rinunce e controlli che le avvicinano a una forma di schiavitù temporanea: esito cui non sfugge neanche la surrogazione cosiddetta altruistica.