Il lavoro struttura il nostro tempo, le nostre relazioni e la nostra identità. Eppure, negli ultimi trent'anni le condizioni di vita che genera sono rimaste relegate alla sfera privata, escluse dal dibattito pubblico. Il saggio di Gregorio Carolo nasce per rompere questo silenzio. L'autore ci conduce in cinque luoghi diversi - la fabbrica metalmeccanica, le grandi società di consulenza, le cucine dei ristoranti, le aule di scuola e il magazzino di Amazon - raccogliendo le voci dei lavoratori. Le loro storie si intrecciano a dati economici, riflessioni teoriche e riferimenti storici, formando un affresco vivido e impietoso del mondo del lavoro contemporaneo in Italia. Malgrado le differenze, emerge però un malessere diffuso: i lavoratori si sentono risucchiati negli stessi meccanismi di sfruttamento e sofferenza e manca loro un linguaggio condiviso per esprimere attraverso una voce collettiva le comuni richieste. Il risultato è una frammentazione che impedisce loro il riconoscimento reciproco: l'incoscienza di classe. Questo saggio è un tentativo di restituire voce e dignità ai lavoratori, perché parlare di lavoro oggi significa riaprire una questione politica fondamentale.