In Restituzione, Ilaria Palomba dà voce a una soggettività fragile e scorticata, capace di trasformare il trauma in linguaggio e la frattura in poesia. Il libro è un atto lirico e politico insieme: l'autrice restituisce a se stessa - e al lettore - il senso di un'identità smarrita e ritrovata, dopo il crollo psichico e la reclusione ospedaliera. Il corpo, la memoria, il dolore, l'infanzia, l'amore, la scrittura: ogni frammento torna al centro di una narrazione poetica che si fa ricomposizione e sguardo. Il verso è netto, tagliente, a tratti visionario, eppure sempre ancorato alla concretezza del vivere e del sopravvivere. Palomba racconta la soglia tra follia e lucidità, la violenza subita e quella introiettata, ma anche la possibilità di una tregua, di una parola che cura. Restituzione è un'opera senza compiacimenti, senza retorica, ma profondamente necessaria: una discesa nell'abisso che, proprio nella sua oscurità, indica una via per tornare alla luce.