Il saggio di Laura Pavel ci introduce nel mondo finzionale di Eugène Ionesco attraverso una rilettura ermeneutica della sua opera teatrale. Alla base di questa rilettura, c'è la convinzione che la categoria dell'assurdo, tradizionalmente associata al drammaturgo franco-romeno, si rivela inadeguata e insufficiente per comprendere appieno la sua opera, giacché nell'universo finzionale di Ionesco, apparentemente assurdo, esisterebbe una verità semantica intrinseca. Ripercorrendo le tappe dell'evoluzione di Ionesco come scrittore, contraddistinte dalla tragedia dell'identità (insieme fittizia e reale), prima, e da quella del linguaggio, poi, e quindi dallo scetticismo, l'autrice indaga la genesi dell'opera ioneschiana e dei suoi protagonisti, offrendoci un affascinante ritratto quanto più fedele ed esaustivo del "personaggio".