Bibliofilo appassionato e possessore della più ricca biblioteca del Trecento, Francesco Petrarca instaurò un vivo dialogo con gli autori del passato attraverso le annotazioni che lasciò sui margini di libri ricercati in tutta Europa con tenacia e sistematicità. Le postille a Giuseppe Flavio riportate in questo volume costituiscono un significativo esempio di questo colloquio e permettono di comprendere le modalità di lettura delle "Antiquitates iudaicae", del "Contra Apionem", opera storico-polemica di un giudeo filo-romano. L'attenzione dedicata a Giuseppe Flavio si riflette in particolare nella composizione di una redazione ampliata del "De viribus illustribus", come evidenziato in quest'opera prima di Laura Refe.