Lo scrittore si è spinto oltre lo sguardo della cinepresa per spiegare, a noi, come il cinema ha una responsabilità morale per ricondurre l'umanità verso il bene morale del Logos incarnato. Bisogna compiere un atto trascendente e trascendentale per condurre gli spettatori dalla finta e artefatta immagine dello schermo alla vera pellicola della «casa del gioco delle luci» [«Lichtspielhaus»], vale a dire il Cristo morto per l'umanità, che mostra il Padre e viene in nostro soccorso con lo Spirito Santo per liberarci dalle sofferenze quotidiane ed eterne, facendoci trasportare un gioco [di luci] leggero.