Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Laterza dopo Croce

Sottotitolo non presente

Descrizione

La scomparsa di Croce, con cui la casa editrice si era identificata per tutta la prima metà del Novecento, e l'avvento della democrazia repubblicana segnano per la Laterza due momenti fondanti. Occorreva ripensare la propria identità e il proprio ruolo nella nuova stagione della cultura nazionale, senza paternità ideologiche. Si trattava di svincolarsi sia dalle ipoteche conservatrici dell'ultimo Croce, sia dall'opzione comunista, accettando il confronto con proposte culturali e modelli politici che, in quei primi anni del dopoguerra, sembravano attirare l'attenzione anche al di fuori delle aree tradizionalmente di sinistra. L'innovazione si manifesterà attraverso l'esordio di nuove e fortunate collane come i "Libri del Tempo", più direttamente legate alla battaglia culturale per la modernizzazione laica e civile del paese, in nome di un pensiero liberale progressivo da ricostruire e promuovere. La riorganizzazione della casa editrice, progettata da Franco e soprattutto Vito Laterza, si sviluppò attorno alle figure di Luigi Russo, l'amico eretico di Benedetto Croce, direttore sin dal 1937 degli "Scrittori d'Italia", di Armando Saitta, responsabile della collana storica, e di Eugenio Garin, direttore della collana filosofica. Dalla loro corrispondenza con l'editore, dalle loro riflessioni e dalle loro proposte matura nel corso del primo quindicennio postbellico la costruzione di una nuova e complessa identità culturale ed editoriale.
Laterza dopo Croce
18,00

 
Photo gallery principale