Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Fa differenza. Comunicazione corretta e lotta di classe

Sottotitolo non presente

Descrizione

Da anni è sotto i riflettori un moto di rivalsa nei confronti di quella parte di comunicazione che, soprattutto nel discorso pubblico, va sotto il nome di politicamente corretto. Una comunicazione attenta alle specificità dell'esperienza umana, all'inclusione, alla rappresentanza delle minoranze, infatti, per molte persone non avrebbe ragion d'essere. Anzi, minerebbe - si dice - la libertà d'espressione di taluni, comporterebbe un appiattimento culturale su alcune posizioni, danneggerebbe (nientemeno) l'integrità della lingua italiana. Per Manuela Manera, esperta di Linguistica e di Gender studies, le cose non stanno così. L'autrice ripercorre le ragioni alla base della necessità, oggi più che mai, di attribuire un peso politico alla comunicazione pubblica. Perché le parole contano. E se è vero che la lingua è un fondamentale strumento di gestione del potere - e purtroppo anche di esercizio di violenza - usare un'espressione al posto di un'altra fa differenza.
Fa differenza. Comunicazione corretta e lotta di classe
14,00

 
Photo gallery principale