"Un re c'è per sempre" presenta due narrazioni speculari in contesti distinti: la perdita di una condizione di felicità e la discesa nel dolore e nella miseria (la descrizione della vita nella casa di ringhiera milanese evoca echi dickensiani). Entrambe le opere sono pervase dalla presenza della morte, sia essa cercata o inflitta. Alla fine, una rassegnazione quasi serena prevale, invitando ad accettare, con la stessa indifferenza, sia la morte che la vita. (Elisabetta Matelli)