Frutto di oltre un decennio di ricerche sulla censura, il dissenso e l'espurgazione nella prima età moderna, gli studi qui raccolti, nati da un interesse per le teorie della lettura nel Cinquecento, si confrontano con i dispositivi di controllo della testualità e con le logiche che li governano, nonché con lo studio degli strumenti del censore, delle sue pratiche interpretative e dei suoi criteri di giudizio. La ricerca si è ampliata verso una comprensione più profonda del dissenso e dei suoi limiti, e verso lo studio dell'espurgazione come pratica che trasforma il testo, lascia tracce materiali sul libro e consente di individuare i luoghi critici condannati al silenzio. Da una prospettiva inizialmente letteraria o focalizzata sul discorso, la riflessione si è progressivamente estesa fino a includere la storia concettuale, la semantica critica e le dimensioni materiali della trasmissione delle idee.