Un'esperta di tecnologia, elogiata dal New Yorker per la sua "critica incisiva" nei confronti delle grandi aziende tecnologiche, descrive ciò che occorre fare per fermare il processo di erosione della democrazia. Negli ultimi decenni, con il pretesto dell'innovazione, le aziende tecnologiche sono riuscite a opporsi con successo alla regolamentazione e hanno persino iniziato a sottrarre potere ai governi. Le aziende specializzate nel riconoscimento facciale tracciano i cittadini per conto delle forze dell'ordine. Le criptovalute hanno spazzato via i risparmi personali di milioni di persone e minacciano la stabilità del sistema finanziario globale. Le aziende produttrici di spyware vendono dispositivi di intelligence digitale a chiunque possa permetterseli. Il mercato tecnologico, non regolamentato, è diventato uno strumento potente per gli autocrati di tutto il mondo. E questa è una notizia terribile per le democrazie e i cittadini. In "Il colpo di Stato delle Big Tech", Marietje Schaake offre un resoconto da dietro le quinte di come le aziende tecnologiche si siano insinuate in quasi ogni angolo della nostra vita e dei nostri governi. Ci porta oltre i titoli dei giornali, in incontri con sostenitori dei diritti umani, leader di grandi aziende, scienziati, informatici e politici, per mostrarci come le tecnologie, dai social media all'intelligenza artificiale, siano passate dall'essere salutate come strumenti di emancipazione all'essere vere e proprio minacce per le nostre democrazie. Per invertire questo squilibrio di potere, Schaake delinea soluzioni in grado di garantire più possibilità di controllo sia ai funzionari eletti che ai cittadini. I leader democratici possono e devono resistere all'influenza delle lobby delle corporation tecnologiche e reinventarsi come guardiani dinamici e flessibili del nostro mondo digitale. Grazie alla sua esperienza sia come deputata nelle aule del Parlamento europeo, sia come professionista tra gli addetti ai lavori della Silicon Valley, Schaake è in grado di delineare un quadro (spaventoso) del nostro mondo ossessionato dalla tecnologia e di offrirci una visione lucida di come le democrazie possano costruire un futuro migliore prima che sia troppo tardi.