Nella poesia di Mario Meléndez si coglie qualcosa di impetuosamente fresco e agile: una ricchezza di movimenti e di aperture fantasiose quale di rado capita di trovare nella giovane poesia italiana. È il suo un cantare inesauribile nel suo immaginoso inventarsi e reinventarsi. È la singolarità di una voce che dissotterra, che architetta e musicalmente compone. In un'epoca logorroica come la nostra, nella quale domina la parola straripante, l'eccesso, la volgarità sguaiata e il cattivo gusto, la poesia di Mario si distingue per il suo contenimento e la sua essenzialità. Non ci sono parole di troppo nei suoi versi. Pochi poeti come lui sono riusciti a raggiungere quella chiarezza di linguaggio, quella difficile semplicità che solo i grandi posseggono. Emilio Coco