"Dove la letteratura si lascia classificare subito come tale, dove si dimostra troppo coerente e omogenea - non importa se in forme anoressiche o bulimiche - proprio lì di solito tende a tradire sé stessa, le sue possibilità più alte e necessarie." Ed è proprio a queste possibilità che Matteo Marchesini cerca di dare spazio e rilievo con un esercizio critico equilibrato ma anche affilato con cui mette in discussione certezze granitiche di un certo canone letterario scolastico italiano (Calvino, Gadda, Montale), rivaluta o propone esempi a vario titolo periferici delle patrie lettere (Foscolo, La Capria, Cavazzoni), rilegge alcuni classici (Cechov, Proust, Croce) in modo inedito e illuminante.