Convinto della fallibilità del suo mestiere e insofferente verso le pressioni di un mondo giudiziario che non sempre lo trova solidale, l'avvocato Alessandro Gordiani decide di lasciare Roma, il suo studio a fatica avviato, la sua donna e il suo lavoro, per trasferirsi in un piccolo paesino dell'isola sarda per vivere secondo un ritmo più tranquillo e naturale, più adatto alle sue inclinazioni. Ma poi, una sciagura: un ragazzo muore durante una festa e Alessandro, inaspettatamente e per un gioco di intrecci, si ritrova a riprendere la toga e ad assumere le difese dell'imputato. Sostenerne la non colpevolezza, invocare la legittima difesa. Un processo difficile, con pochi elementi a favore e una serie di circostanze che remano contro... e su tutto i continui dubbi di Alessandro che dovrà fare i conti con le sue ansie, con il suo perfezionismo, con la paura di sbagliare o di non fare mai abbastanza. E in fondo da che parte è la legge? Quando si può parlare di giustizia? Un romanzo che coniuga alla profondità dei pensieri e delle domande una lingua agile e piacevole e che snoda sapientemente le fasi di una vicenda giudiziaria legandole intimamente alle vicende delle persone.