Quando degli umoristi scrivono per il teatro, lo spettatore (e, in questo caso, il lettore) viene catapultato in uno scenario inusitato, che si apre ad ammiccamenti, a nonsense e a svolte inattese. Spirito d'innovazione, estrosa disinvoltura e tanto humor permeano queste due commedie, ora in traduzione italiana, scritte a quattro mani dai tre autori, amici e promotori di una "rivoluzione" umoristica tra gli anni Venti e Quaranta del secolo scorso. Non furono gli unici in Spagna - tant'è che il gruppo di umoristi venne considerato dalla storiografia letteraria una vera e propria «generazione» - ma si distinguono perché iniettano di spirito assurdo e paradossale le pièces, sorprendono e disorientano il pubblico, rovesciando la percezione della realtà.