Questa scelta di versi fatta dall'autore è una sequenza di istantanee che ritraggono ricordi personalissimi sullo sfondo dei quali si intravede il tormentato, tragico passato dei paesi jugoslavi. La rappresentazione della memoria intima e collettiva è sempre delicata e si risolve in dettagli che non di rado prendono spunto da fotografie e quadri. Seguendo una lunga tradizione europea, Horvat offre un'originale interpretazione della tecnica ecfrastica eccellendo nella rielaborazione verbale delle immagini del fotografo ungherese André Kertész. La voce poetica di Horvat rivela un io lirico sempre in cammino, un vagabondo con molti passaporti e un'identità smarrita, che trova casa in una pluralità di lingue e di anime.