La presente silloge mira a individuare nella cifra della bellezza, che è Leitmotiv delle liriche, una istanza conoscitiva, nonché la possibilità di un esserci nel mondo aperti alla coscienza della trascendenza e alla capacità di cogliere nello spettacolo dell'essere uno spazio di gratuità attraverso il quale ripensare la poesia come memoria dell'origine ed etimo dell'eterno che urge come inquietudine nell'anima umana.