Tre esperimenti di psicologia della percezione mostrano come il sistema visivo legga certi tipi di movimento in accordo con le leggi della fisica di Aristotele e in disaccordo con quelle della fisica di Galileo. A queste pagine di ricerca sperimentale si intreccia un lungo e frastagliato racconto autobiografico, un viaggio tra le impressioni dell'infanzia e dell'adolescenza che in qualche modo spiega dall'interno il senso della ricerca sperimentale nella percezione, le sue connessioni con la fisica elementare e il gusto del laboratorio. Il filo invisibile che lega la narrazione alla descrizione scientifica è il tema, sempre ricorrente, della verità. Secondo l'autore, sia nella vita vissuta, sia nella scienza, essa esiste soltanto nel vivo delle cose.