Miranda è silenziosa, pallida, i capelli di un biondo quasi slavato. I suoi genitori, attori di teatro famosi, esuberanti e pieni di fascino, non si capacitano di aver dato alla luce una persona così dimessa. Armand, il padre, la guarda con molta tenerezza e un pizzico di compassione; si chiede perché lei non abbia ancora spiccato il volo, se mai lo farà. Birke, la madre, chiusa nella sua perfetta eleganza, sembra incapace di costruire un vero dialogo con la figlia. Dietro l'apparente banalità della ragazza si nasconde un enigma. Attorno a lei si verificano di continuo piccoli eventi inspiegabili. Sarà proprio Miranda a condurre il lettore dentro questi misteri, sollevando il velo che usa per celarsi al mondo. Si rivelerà una persona del tutto diversa dalle apparenze: complessa e piena di ombre, con una vita segreta che per Armand e Birke resta del tutto inimmaginabile. Una vita che si muove su un filo sottile tra lucidità e follia, tra quotidianità ed esperienze paranormali. Commovente e inesorabile, "Il club dei bambini perduti" esplora il rapporto tra due generazioni condannate a non comprendersi e mette in scena un conflitto tra mondi opposti: quello della creatività ricca di buonsenso e concretezza - incarnato da Armand - e quello dell'attenzione all'invisibile, dell'empatia tanto profonda da diventare fardello e paralisi. Questa è l'intima dimensione di Miranda, bambina perduta e veggente, creatura incapace di accettare il disincanto che la circonda e le piccole e grandi meschinità umane.