La visita - a chiusura della trilogia a tema ecologico - propone costantemente, durante tutta la rappresentazione, non una massa di nozioni da interpretare, nulla da analizzare, ma una sola emozione, solo una singola cosa, che in silenzio, inconsciamente arriverà nella mente dello spettatore. Continui cambi di rotta riescono a riavvicinare lo spettatore/lettore ad una curiosità nuova, cosa che troviamo fondamentale, soprattutto in un'epoca di eccesso di informazione come quella attuale, che diventa chiave di lettura del teatro dell'assurdo.