Descrizione
Il G8 di Genova del 2001 è stato uno spartiacque. Nella vicenda italiana, infatti, esiste un prima e un dopo. Una generazione è stata calpestata, umiliata, addirittura uccisa e da allora nulla è stato più come prima. Sull'asfalto di piazza Alimonda, difatti, non è rimasto solo il corpo di Carlo Giuliani ma quello di chiunque all'epoca avesse vent'anni, sogni e speranze e da quella tragedia non si è più ripreso. Ma cos'è rimasto in noi di quella storia? In occasione del ventennale del massacro, un giornalista poco più che trentenne decide di scoprirlo: dopo aver letto per caso la storia di Lena, una ragazza che nell'estate del 2001 aveva ventiquattro anni e nella scuola Diaz rischiò di trovare la morte, si mette in viaggio alla volta di Genova. E sarà proprio Lena - che di questa storia non è la protagonista, ma il Virgilio - ad accompagnarlo nel proprio personale girone dantesco, alla scoperta di un dolore talmente profondo che è quasi impossibile descriverlo a parole. Eppure insieme ci riescono, aiutati dalla progressiva comparsa in scena dei protagonisti, e soprattutto delle protagoniste, di quei giorni: donne segnate ma non disposte ad arrendersi, capaci di ritrovarsi, prendersi per mano e vivere insieme un'avventura all'insegna della sorellanza e del rispetto reciproco. Ad aiutarle sarà anche Alessio, un poliziotto "sui generis", uno di quegli agenti che hanno sempre onorato la divisa che indossano, il quale non si limiterà a condannare l'operato dei colleghi ma offrirà alle testimoni dell'orrore un'opportunità di riscatto: guardare il male negli occhi per l'ultima volta e ripudiarlo, al pari dell'odio e della vendetta. Infine la magistratura migliore, che si è battuta per anni affinché la forza del diritto prevalesse sul diritto della forza. Per non dimenticare. Perché Genova siamo e saremo sempre noi. Alla vigilia del venticinquesimo anniversario di quei giorni, Roberto Bertoni, uno dei bambini chiamati a scegliere a undici anni da che parte stare, ci regala un romanzo lirico e dolce, amaro e struggente, carico di dolore ma, al tempo stesso, animato dal desiderio di poter ricominciare.