Il cinema crea, inventa la realtà. Ecco perché, con molta più forza di altre forme artistiche, raggiunge tutti: è come se quello che vediamo sullo schermo ci appartenesse, lo avessimo creato noi. Prendendo a prestito le parole di Winnicott, il cinema è una magnifica "area transizionale" a portata di mano, accessibile a tutti. Secondo la psicoanalisi, la visione cinematografica è una metafora che può essere utilizzata in seduta con il paziente, perché è l'esperienza più vicina al sogno o alla rêverie: si svolge al buio, richiede rilassamento, solitudine, una certa regressione narcisistica, con l'effetto di farci lasciare la realtà momentaneamente fuori dalla porta, stimolando le aree più creative della nostra psiche.