Cinque annate consecutive senza vincere uno scudetto, ora l'ennesima rivoluzione in casa Juventus. Con la firma di John Elkann. L'ultimo successo è stato quello di Maurizio Sarri nel 2020, un torneo che si era concluso con il clamoroso divorzio dal tecnico, cui erano seguiti i successivi fallimenti in panchina: l'esperimento interno di Andrea Pirlo, durato una stagione e terminato dopo aver comunque conquistato una supercoppa italiana e una coppa Italia; il ritorno sottotono di Massimiliano Allegri per altre tre annate e chiuso dal tempestoso finale, contro tutto e tutti, all'olimpico dopo aver battuto l'Atalanta nella finale di coppa Italia; infine il tentativo di un nuovo calcio con Thiago Motta, fallito con largo anticipo e interrotto da un licenziamento in corso d'opera. Un periodo turbolento, anche per altre circostanze, dallo stop al calcio per il Covid all'inchiesta prisma che porta alle dimissioni del presidente Andrea Agnelli, ai casi delle squalifiche di Pogba e Fagioli. Quindi l'ultima rivoluzione di John Elkann, che rivoluziona la catena di comando operativa allontanando Cristiano Giuntoli e affidando le operazioni al nuovo direttore generale, il francese Damien Comolli. Basterà per interrompere il lungo digiuno?