La prima parola di Alessia è stata una delusione: eravamo in attesa come se stesse per rivelarci il suo superpotere. Ogni giorno le ripetevo parole facili da pronunciare: mamma, papà, pappa. Più che altro, le ripetevo mamma. A un certo punto ha inarcato la schiena, ha messo il broncio, e mi ha sputato in faccia: no. Paolo non smetteva di ridere. Era così, mia figlia. Ha continuato a dirmi no per sedici anni, poi è scomparsa.