L'opera è la prima traduzione italiana, con testo latino a fronte, del "Contra libellum Calvini", in cui Sébastien Castellion confuta le argomentazioni esposte da Giovanni Calvino nel "Defensio orthodoxae fidei" per giustificare l'esecuzione di Michele Serveto, medico antitrinitario condannato per eresia e arso sul rogo a Ginevra nel 1553. L'introduzione di Maria D'Arienzo offre un'analisi critica del contesto storico e delle tensioni teologiche del XVI secolo, evidenziando il contributo del pensiero di Castellion nella difesa della libertà di coscienza e nella condanna dell'uso della violenza come strumento di repressione del dissenso religioso.